Per circa un anno abbiamo lavorato alla crescita di un portale turistico che abbiamo fatto nascere da zero, Anduma!.
Poi siamo andati in vacanza e, con il sedere pucciato nell’oceano, abbiamo avuto la folgorante rivelazione: il portale era ormai maturo.
Quindi, una volta tornati a casa, abbiamo deciso. Dopo tanto lavoro, era finalmente arrivato il momento di monetizzare il nostro progetto turistico.
Era il 26 febbraio 2020.
Questa barzelletta è anche una storia vera: da quel momento il vero 2020 ha avuto inizio e il portale ha visto più oscillazioni della Borsa.
Prima della nostra partenza, il sito aveva sorprendentemente raggiunto le 20.000 visite al mese, numero interessante considerando che i contenuti si riferiscono a un’area ancora ben poco nota come destinazione turistica (i contenuti di Anduma! sono tutti incentrati sul Monferrato).
A marzo le visite sono improvvisamente scese a 2.000, poi sono schizzate a 35.000, poi 800, poi nuovamente qualche migliaio.
Nel frattempo abbiamo fatto alcuni grossolani sbagli, ma anche qualche cosa giusta.
Mettendo tutto questo insieme, ho deciso di condividere con chi lavora nel mondo del turismo qualche lezione imparata, che personalmente conto di tenermi stretta nel momento di tuffarmi nel 2021.
1. Quello appena vissuto è stato mediamente un periodo di cacca. Anche il prossimo potrebbe esserlo.
Quando siamo in un periodo di cacca, riconosciamolo e ammettiamolo.
Durante il primo lockdown si è visto di tutto:
- aziende che non hanno fermato le campagne pubblicitarie continuando a farle girare con messaggi del tutto fuori luogo per settimane;
- aziende che comunicavano soltanto di regalare voucher come se fossimo in una situazione normalissima;
- aziende che sono completamente sparite nel più profondo silenzio;
- aziende che per mesi hanno continuato a ripetere come dischi rotti un solo messaggio: “ecco il nostro splendido territorio / le nostre camere / i nostri servizi, leggete / prenotate per quando si potrà“, senza aggiungere un minimo di empatia o messaggio legato al contesto presente, come se il presente non esistesse, se non come attesa del futuro.
Anche noi, i primi giorni, abbiamo fatto l’errore di smettere di guardare gli Analytics per non continuare a vedere il tracollo delle visite.
Quando li abbiamo riaperti, però, abbiamo scoperto che un po’ di traffico c’era e i dati ci stavano dicendo chiaramente cosa volevano leggere le persone.
In questi periodi, dobbiamo esserci per chi resta.
Dobbiamo continuare ad analizzare il comportamento degli utenti anche quando i numeri non ci piacciono.
Dobbiamo continuare a chiederci cosa possiamo fare, perché anche quando la situazione non ci piace, c’è sempre qualcosa che possiamo fare.
2. A volte è il momento di vendere, a volte no. Quando non lo è, piantala lì.
“Ho provato a pubblicare qualsiasi cosa sui social, ma le persone non comprano, non vanno sul sito, non mi contattano“. E per forza, direi!
Stiamo imparando che non tutti i periodi di lockdown sono uguali e non sono necessariamente momenti nei quali è impossibile vendere.
Ma, se ti occupi di turismo, tendenzialmente i momenti più turbolenti non sono i migliori per vendere.
Questo però non significa che continuare a comunicare sia una perdita di tempo. E questo concetto ci traghetta al consiglio numero 3.
3. Continua a raccontarti
Ok, non puoi offrire soggiorni nella tua struttura o servire i tuoi clienti nello stesso modo in cui lo fai di solito. Ma sei sicuro di non avere nient’altro da dare?
Non hai proprio nulla da dire per far passare piacevoli momenti ai tuoi clienti anche mentre sono in casa, annoiati, preoccupati, o semplicemente desiderosi di svagarsi e guardare al futuro?
Non puoi offrire loro una fantastica esperienza fisica nei tuoi locali, ma puoi cercare di offrire esperienze online che riflettano gli stessi valori, lo stesso spirito che trovano rapportandosi con te nei tuoi spazi fisici.
Fai vivere la relazione tra te e il tuo pubblico sulle piattaforme digitali. Coinvolgi, intrattieni, racconta il territorio con un messaggio più articolato di: “Guarda che bella foto, speriamo tu possa essere qui presto“.
Ti racconto cosa ho fatto io, gestendo un portale interamente dedicato a itinerari e modi di vivere il territorio.
Abbiamo virato tutta la comunicazione su aneddoti, racconti, curiosità. Abbiamo pubblicato un ebook dedicato alle leggende del territorio: un modo per regalare un’esperienza che potesse essere piacevole di per sé, anche se esaurita nel solo momento della lettura, e pur senza poter andare immediatamente a vedere i luoghi descritti.
È stato un modo per instillare un germe di curiosità verso il territorio per i successivi periodi di libertà.
4. Digitalizza solo se ne vale la pena
È più che normale, in una situazione del genere, chiedersi come far evolvere l’azienda online in modo tale da continuare a vendere qualcosa.
Attenzione, però: non mettere in piedi grandi progetti che si mangiano tutto il tuo budget e che richiedono mesi per essere realizzati, se li stai pensando solo come alternativa temporanea.
Va bene testare, va bene costruire per l’immediato e per il futuro, ma ricorda che nessuna condizione in questo periodo è definitiva, pertanto sperimenta… Ma vedi di non farti troppo male.
5. Approfittane per conoscere meglio il tuo pubblico
Non hai mai tempo per interagire con gli utenti online? Beh, quando le cose si mettono male, di tempo ne hai a bizzeffe.
Approfittane per fare domande, sondaggi, intessere conversazioni che ti aiutino a capire meglio cosa amano e cosa desiderano le persone che stai cercando di soddisfare. Costruisci relazioni e raccogli informazioni che ti torneranno utili in futuro.
Intanto, non farti vedere con le mani in mano: approfittane per raccontare in che modo ti stai preparando a riaccogliere i tuoi ospiti, che stai elaborando per loro nuove idee, nuove attenzioni. Perché è quello che stai facendo, vero?
6. Hai già un’idea su come muoverti nei prossimi mesi? Bene, trovane altre 5. Possibilmente a breve termine.
Come già ti ho raccontato, siamo stati lenti a reagire.
Non solo: quando il primo lockdown è finito, eravamo convinti che tutto fosse ormai alle spalle. L’idea che potessimo tornare a vivere pesanti restrizioni non ci è proprio mai passata nemmeno per l’anticamera del cervello.
Così, quando la situazione si è ripresa per la prima volta, abbiamo iniziato davvero a monetizzare il portale, ma non abbiamo mai pensato che potesse servirci un piano B.
Poi, novembre è arrivato come una sberla sul muso.
Adesso però ci stiamo preparando ad affrontare il 2021 con un altro spirito e, soprattutto, con un’altra organizzazione: abbiamo pianificato strategie differenti e iniziato a tastare più di un terreno, per avere sempre una strada da imboccare più o meno rapidamente quando il contesto cambierà di nuovo, in meglio o in peggio.
7. Fai scorta di vino
Oppure, se lo produci, assicurati di tenerne da parte una buona quantità.
No, non per i tuoi clienti, ma per te.
A giudicare da quanto è stato stabile, semplice e prevedibile il 2020, siamo sicuri che ogni tanto anche nel corso del 2021 sentirai il bisogno di un buon bicchiere.